Le tecniche osteopatiche sono divise in quattro grandi categorie, in relazione tra loro, che comprendono tecniche strutturali, tecniche craniali, tecniche fasciali, tecniche viscerali.

Le tecniche strutturali restituiscono mobilità alle strutture ossee secondo fisiologici assi di movimento delle articolazioni. Questo tipo di tecniche possiedono anche una forte influenza neurologica, oltre a quella meccanica, poiché ripristinano i fisiologici impulsi generati dalle terminazioni nervose della parte trattata.

Tra le tecniche strutturali più note si annoverano le HVLA che sono tecniche ad alta velocità e bassa ampiezza (chiamate Thrust) molto utilizzate in medicina manuale ma delicate e meritevoli di cautela da parte dell’osteopata.

Sono tecniche effettuate nello spazio parafisiologico e dirette contro barriera restrittiva. L’efficacia clinica sembra ascrivibile al ristabilirsi delle corrette informazioni nervose attraverso i recettori articolari.

In alternativa alle tecniche HVLA esistono delle tecniche funzionali che comprendono tecniche B.L.T. per il bilanciamento delle tensioni legamentose, tecniche indirette volte a trovare un punto di equilibrio delle tensioni all’interno delle articolazioni o del tessuto, Tecniche sui tessuti molli (muscoli e fasce connettivali) molto simili ai massaggi che servono per il rilascio dei muscoli contratti. Infine vi sono le tecniche a energia muscolare (TEM) che richiedono una collaborazione attiva del paziente il quale deve esercitare una spinta contro la resistenza dell’osteopata, quindi una contrazione muscolare, in una determinata direzione.

Le Tecniche Craniali sono rivolte a ristabilire un corretto “meccanismo respiratorio primario” (MRP) che si propaga attraverso le fasce a tutto il corpo. Il ritmo cranio-sacrale svolge una funzione vitale e si basa sulla connessione anatomica tra cranio e osso sacro che grazie alle meningi, che rivestono il cervello e il midollo spinale, si trasmette nelle ossa del cranio con un movimento di espansione al sacro con un movimento di flesso-estensione.

Questi movimenti sono appena percettibili ma comunque apprezzabili ponendo le dita in precisi punti del cranio e del sacro. L’obiettivo di un trattamento craniale è il ripristino di un buon ritmo craniale nei casi in cui questo risulti alterato in conseguenza di traumi, colpi di frusta, malocclusioni dentarie, tensioni emotive.

Le indicazioni per il trattamento craniale sono del tutto similari a quelle che si riscontrano per la struttura dove l’alterazione della mobilità crea una conseguente congestione del flusso arterioso, della circolazione del liquido cefalo rachidiano, della funzione venosa, che deve essere ripristinata per ottenere lo stato di omeostasi.

Le Tecniche Fasciali prevedono un contatto muscolare attraverso semplici movimenti che inducono la fascia a muoversi correttamente. Le fasce sono dei tessuti che svolgono un’importante funzione avvolgendo i muscoli, le articolazioni e i visceri, mettendoli in relazione fra loro.

Ogni volta che si instaura una lesione osteopatica sia essa articolare, muscolare o viscerale, nella fascia si riduce il movimento. Il sistema fasciale svolge funzioni di unione, sostegno e protezione degli organi, stabilizzazione posturale, difesa immunitaria, armonizzazione. Sono tecniche adatte a tutti perché non essendo invasive possono essere eseguite in tutti i distretti corporei e per tutte le fasce di età e in modo particolare nei bambini e negli anziani.

Le Tecniche Viscerali cercano di normalizzare le relazioni tra i differenti visceri ed eliminare tensioni nei tessuti degli stessi. Sono utilizzate quando gli organi o i visceri presentano limitazioni di movimento e hanno bisogno di ripristinare la mobilità in relazione ad altri organi o con il diaframma e per il ripristino della fisiologica motilità intrinseca del viscere stesso.

Il movimento fisiologico viscerale può essere così suddiviso in due componenti distinte:

– La mobilità viscerale, cioè il movimento dei visceri in risposta al movimento volontario del diaframma nella respirazione.
– La motilità viscerale, che rappresenta la possibilità dell’organo stesso di muoversi.

Se il meccanismo di motilità ha delle limitazioni causate da fissazioni o aderenze tra un determinato organo e un’altra struttura adiacente, questo va incontro a un indebolimento e a un conseguente malfunzionamento che ne modifica il movimento fisiologico e lo porta in disfunzione.

Attraverso la manipolazione viscerale è possibile quindi ripristinare un determinato movimento fisiologico e quindi la completa funzionalità dell’organo o del viscere andata perduta a causa di patologie, aderenze cicatriziali, stress, traumi, posture errate. I visceri essendo in rapporto con la struttura attraverso i legamenti e le connessioni fasciali possono causare sintomi dolorosi alla colonna vertebrale.

Ecco perché in osteopatia è sempre opportuno eseguire dei test di inibizione o aggravamento su stomaco, fegato, duodeno, intestino tenue, colon, etc per stabilire se la sintomatologia dolorosa ha un’origine viscerale, strutturale, mista per poi trattare il distretto interessato.
Le tecniche viscerali sono eseguite con lievi pressioni, mai dolorose e sono ben tollerate.